Ciao,
qualche settimana fa ci siamo lasciati mentre Eva stava per svelare i suoi “Segreti” al collega Adamo.
Se ti sei perso la puntata precedente la puoi rileggere qui: Adamo ed Eva, Picasso e la paralisi del perfezionismo
Ma veniamo a noi.
Eva parte subito con una domanda, forte del fatto che nella comunicazione “Chi domanda comanda”.
“Come ti sei approcciato a queste novità nella tua attività?”
Adamo ci pensa e risponde:
“All’inizio sono rimasto un pò perplesso, quasi sconvolto. Ho pensato che non potesse essere vero, del resto le ho sempre vendute così le auto e per ben 25 anni. Ma visto che le nuove direttive erano quelle, ci ho provato, credimi Eva, io ci ho provato, ma i risultati sono stati negativi.”
“Ecco il primo problema!!” dice Eva.
“Devi smetterla di provare!!”
“Non iniziare nemmeno se ci proverai e basta.”
“Ti ricordi il maestro Yoda di Guerre Stellari? ” chiede Eva.
“Si” risponde Adamo “il piccolo filosofo verde”
“Esattamente, nella trilogia di Star Wars allena Luke Skywalker per la lotta contro l’Impero Galattico e gli dice sempre una frase epica:”
“No, provare no. Fare o non fare, non c’è provare”
“Quando qualcuno ti dice che proverà a passare dal tuo salone, ti aspetti davvero che si presenti?
Pensa anche quando tu dici a qualcuno che proverai a passare alla loro festa, hai davvero intenzione di andarci? Non credo.”
Provare spesso è una parola che utilizziamo quando non abbiamo il coraggio di dire di no, di essere onesti.
“Verrai alla mia festa?”
“No non verrò. Neanche se mi paghi”
Questa è onestà.
Ma nessuno di noi lo farebbe, giusto? E’ molto più semplice e facile dire “ci proverò”
Quindi provare è una scappatoia, una scusante al contrario di “si lo farò”, che è un impegno e si può essere vincolati ad un impegno, non puoi vincolare nessuno che ti dice “ci proverò”
“Quindi caro Adamo da oggi in poi, basta provare e smetti di dire che ci proverai, semplicemente fallo o non farlo” chiosa Eva
“Altro errore che spesso si fa e che ho visto fare anche a te, è il voler raggiungere subito la perfezione nella nuova attività, come ti dicevo la volta scorsa. la perfezione non esista, meglio “fatto che perfetto”
Tutti vorremmo avere le scarpette magiche di Dorothy nel Mago di Oz, a cui bastava battere i tacchi per andare da qui a li, anche quando il” li” non è nemmeno a portata di vista.
Dobbiamo renderci conto che è solo facendo piccoli passi, ma continui e senza interruzione che possiamo ottenere i risultati sperati.
Pensa se tu volessi imparare una lingua straniera, l’Inglese per esempio.
Potresti fissarti un obiettivo semplice e cioè imparare una sola parola al giorno.
Una singola parola che diventerà il tuo impegno per la giornata. La parola la ripeterai spesso e te la scriverai nel tuo quaderno e entro sera scriverai sempre sul quaderno 5 semplici frasi che la contengono.
Impegno tutt’altro che impossibile, non trovi?
Eppure in men che non si dica ti ritroveresti con un vocabolario molto ampio che sicuramente ti potrebbe dare la famosa “marcia in più” nel tuo inglese.
Ricorda che i piccoli passi sottintendono un movimento, passiamo da dal non fare una cosa a farla, seppur in maniera esigua.
Come direbbe Newton si verifica una transizione da un corpo fermo a uno in movimento.
La prima legge della dinamica conosciuta anche come” principio d’inerzia”
“Un oggetto fermo tende a rimanere fermo e un oggetto in movimento tende a rimanere in movimento con la stessa velocità e nella stessa direzione a meno che non subisca l’azione di una forza esterna.”
“E quella forza esterna potrei essere io” dice Eva sorridendo.
“Quindi per passare all’azione e fare da subito azioni diverse per ottenere risultati diversi, pianifichiamo una serie di “piccoli passi” da compiere per questo percorso insieme. Sei pronto?”
“Adesso al lavoro ” conclude Eva…
…ma di questo lavoro , ne parleremo nel prossimo spunto.
Ma noi cosa ci portiamo a casa da questa storia?
Due cose importanti, vediamole velocemente:
- Provare non esiste! Esiste solo fare o non fare. Solitamente provare è una scusante che ti dai, pensaci…
- La potenza dei piccoli passi non deve essere sottovalutata, del resto anche per salire un cima all’Everest bisogna partire con un piccolo passo e continuare così fino alla vetta.
Cofucio dice:
” Non importa se vai piano, l’importante è che non ti fermi.”
Buona Settimana.
Daniele