Ciao
oggi lasciamo voce e spazio alla nostra Maria Grazia.
La sua è una storia di grande coraggio e forza.
La forza che ognuno di noi ha dentro e che sopratutto in questo periodo sfidante dobbiamo trovare e tirare fuori.
Quando un’evento straordinario come l’attuale entra nelle nostre vite e nelle nostre menti, come reagisce il nostro cervello?
In maniera istintiva il nostro cervello reagisce con la paura.
Quando ci troviamo di fronte ad un ostacolo, un pericolo o una difficoltà imprevista, il nostro cervello solitamente ci propone solo 2 opzioni:
Scappo, o lotto contro il pericolo.
Pensa all’aspetto primordiale, il nostro antenato Homo Sapiens, che si trova di fronte alla Tigre con i denti a sciabola…
…infatti questa reazione è tipica della parte più antica del nostro cervello, denominata “Cervello rettile”, che nonostante i millenni di evoluzione, continua imperterrita a dire la sua.
Esiste però una terza soluzione che viene chiamata “coping” che vuol dire “lo gestisco”, che è esattamente l’adesione a tutte le regole che le autorità sanitarie ci stanno dando in questo periodo di pandemia.
La paura è gestita dall’amigdala che in questi casi diventa super attiva.
Esistono due categorie di persone che reagiscono in modi opposti:
- Quelle che dopo un primo momento di smarrimento, attivano e fanno prevalere il filtro razionale e cioè la corteccia frontale, che silenzia l’Amigdala e comincia a gestire la situazione.
- Quelli che invece mettono in contatto l’Amigdala con il centro dei ricordi, a volte anche poco positivi situato nell’Ippocampo, potenziandone di fatto l’effetto bloccante e spesso sviluppando fobie.
La nostra Maria Grazia appartiene sicuramente alla prima categoria e ne ha dato prova nella sua vita oltre 10 anni fa, ma facciamocelo raccontare da lei in questa breve intervista.
“Ciao Maria Grazia e benvenuta nel nostro spazio Guest. Ci vuoi raccontare la tua storia di coraggio e forza?”
“Certamente.
Intanto grazie Daniele!!
Finalmente sei riuscito a farmi scrivere e condividere la mia storia.
Mi presento sono Maria Grazia, sono una libera professionista specializzata in fisioterapia e appassionata di tecniche olistiche.
Un buon lavoro, una bella famiglia con due figli insomma la famiglia del Mulino Bianco, avevo tutto quello che si può desiderare dalla vita.
L’idillio improvvisamente si è rotto a 47 anni ben 10 anni fa.
Come un fulmine a ciel sereno è arrivato lui!!
Tieni conto che solo un’anno prima avevo perso il posto di lavoro fisso dopo 23 anni e questo mi aveva portato grande preoccupazione e una dose di stress non indifferente per “ricollocarmi” in modo adeguato nel mondo del lavoro.(non so se questo sia correlato agli avvenimenti successivi, però le reazioni allo stress del nostro corpo a volte sono imperscrutabili)
Sono sempre stata molto attenta a seguire una dieta da sportiva, non mai fumato e quindi gli strani sintomi di stanchezza e il ciclo irregolare, inizialmente mi fecero pensare alle prime avvisaglie della menopausa…
…invece eccolo lui. Quello che sentiamo raccontare dagli altri, questa volta era il mio tumore…
…un mieloma multiplo, insomma un “tumore nel midollo.”
Quale è stata la tua reazione quando lo hai saputo?
“Ti cambia tutto in un attimo, vai fuori di testa, passi dalla rabbia al pianto, tutto avvolto in una immensa tristezza.
Vivi in un limbo, nell’incertezza di non sapere cosa sta succedendo e cosa ti riserverà il futuro.
Ho il ricordo indelebile della mia dottoressa, che compilando la cartella clinica mi chiese se avessi figli .
Piena di lacrime risposi 2 e lei mi disse “vedrai passerà e guarirai”…
…ma io sentivo solo la sua voce in lontananza perché il mio viso era completamente bagnato dalle lacrime e non vedevo più nulla.”
Dopo la scoperta e l’inizio del protocollo chemioterapico come hai reagito?
“Ho lottato con tutta me stessa ho sempre pensato, quando facevo le chemio, che nonostante gli effetti collaterali devastanti (senza capelli con mani e piedi ustionati), che a me la chemio faceva bene, perchè mi salvava…mi permetteva di vedere i miei figli crescere…”
Nel tuo percorso quanto ti hanno aiutato gli altri e quanto invece ti ha aiutato il lavoro di introspezione e ricerca della forza in te stessa?
“Gli altri intorno a me amici e famigliari mi cercavano spesso. Mi chiedevano come stessi. Mi portavano il loro di dolore.
Si crea in alcuni una sorta di vergognoso rispetto, perché razionalmente non sanno come aiutarti e in altri una detestabile tendenza a condividere con te, che in questo momento non ne hai certo bisogno, le loro storie personali, tipo: ” anche mia zia ha avuto questo e quell’altro”
“Anche no!!!” mi dicevo io nella testa e mi convincevo sempre di più che mi ci voleva più forza interiore.
Un proverbio dice: spesso quando cerchi aiuto dagli altri, l’unica mano tesa che trovi è la tua.
Mi ci voleva la ricerca di una grande forza in me stessa. Mi resi conto che cercare delle nuove energie dentro di me mi dava più pace e più equilibrio, rispetto al mondo fuori che mi chiedeva comunque di stare dentro a delle soluzioni che non mi appartenevano.
Quale è stato il tuo rapporto con le strutture ospedaliere e con i tuoi famigliari?
“Per assurdo l’ ospedale diventa la seconda casa, quella sicura, dove ti senti protetta e seguita per quello che realmente sei, una malata.
Una paziente che quando andava alle visite completamente calva, indossava un cappello, ma poi già sulla strada di casa si fermava, toglieva il capello e indossava la sua parrucca, per non far capire ai suoi figli il suo problema.
Vivi una sorta di sdoppiamento della personalità, da una parte ti affidi alle cure, che inevitabilmente ti drenano energie, dall’altra cerchi di caricarti di forza interiore nella normalità, cercando di vivere la vita e la tua famiglia al massimo senza far pesare la tua situazione.
In cosa ti sei concentrata particolarmente in quel periodo?
“Ti sembrerà strano, ma mi sono concentrata proprio sulle cellule del mie midollo.
Sia durante la fase preparatoria che dopo l’intervento, la speranza della loro crescita e di conseguenza della mia come persona, è stato il mio comandamento nuovo.
Amarle mentre me le toglievano, per farle andare a farsi ripulire e per non tornare mai più malate, è stata una delle più importanti ragioni di vita.”
La spiritualità e la religione, qualunque essa sia ti hanno aiutato?
“Certo, pur non essendo una cattolica praticante, avendo come molti di noi ricevuto un’educazione cristiana, ti rivolgi a un tuo Dio, insomma cerchi conforto e devo confessarti che ad un certo punto metti la tua vita nelle sue mani, ma evidentemente a lui è piaciuto ridarmela per farmi continuare il mio percorso di vita.
Poi è arrivato il trapianto, cosa ha comportato?
” Il trapianto può rigenerati, salvarti la vita, ma a volte il tuo corpo potrebbe avere un rigetto e questo complica moltissimo le cose.
Io ho sempre allontanato il pensiero negativo e nelle notti insonni, piena di cortisone, vagavo con la mente alla ricerca di immagini e ricordi positivi e mi vedevo scalare scalare le montagne, passeggiare sulla spiaggia, tutte attività al momento vietate, ma che sapevo che avrei ripreso a fare presto.
Poi finalmente arrivò il trapianto di midollo.
Immagino che dopo il trapianto, tu sia stata messa in una sorta di bolla sterile, ce la puoi raccontare?
“Chiamala bolla…
… un mese in isolamento assoluto e dopo oltre 100 giorni di alimentazione super controllata e non contaminata, ho ricominciato a vivere.
Considera che si perde il gusto con la chemioterapia, è come essere in preda ad un terribile raffreddore per mesi, ma dopo, piano piano riscopri tante sensazioni meravigliose come il sapore del cibo o semplicemente la sensazione dei piedi nella sabbia o il sole sulla pelle”
Cosa ti ha lasciato a oltre 10 anni di distanza questa esperienza e quali consigli ti senti di dare a chi in questo momento particolare, comincia a vacillare?
“Sicuramente mi ha lasciato una visione della vita completamente diversa. Da allora faccio di tutto per “restituire” all’universo quello che mi ha donato e attraverso il mio lavoro, ma non solo quello cerco di portare sollievo e speranza a tutti i bisognosi.
L’unico consiglio che mi sento di dare è il seguente:
La vita è bella e merita di essere vissuta al meglio, nonostante gli eventi che ti possono capitare. Dipende tutto da come reagiamo.
Non abbattetevi, non scoraggiatevi mai!
Tutto passa credetemi , tutto si evolve e tutto cambia, e spesso in meglio.
In questo momento sfidante, ci viene data la possibilità, una volta passato il periodo di isolamento, per poter fare meglio di prima. per noi e per tutti.
Sfruttatelo per dedicarvi alle vostre famiglie, alle vostre passioni e allo studio e alla formazione. Ne trarrete sicuramente beneficio.
Certo ci vuole perseveranza, coraggio e forza.
Ma ricordatevi che se cercate bene, la forza e il coraggio li trovate dentro di voi.”
Grazie Maria Grazia per aver condiviso con noi la tua storia e il tuo pensiero, che ci lascia sicuramente un messaggio forte per poter affrontare con più serenità il momento.
“Grazie a voi e in particolare a te Daniele, per l’opportunità di dire nelle tue pagine la mia. Un caro saluto a tutti voi dell’alleanza di cervelli e vi saluto lasciandovi questa citazione che mi è tanto cara:
Bisogna imparare ad amare sé stessi − questa è la mia dottrina − di un amore sano e salutare: tanto da sopportare di rimanere presso sé stessi e non andare vagando in giro.
(Friedrich Nietzsche)
Direi che il messaggio è chiaro: cerchiamo il positivo anche nell’isolamento e reagiamo con forza.
Per esempio, lo sapevi che:
L’essere umano è sostanzialmente dominato da due sostanze, la Dopamina che riguarda il piacere sociale e l’Ossitocina che è quella dell’abbraccio. In isolamento rallentiamo un pò con queste due sostanze, ma dormiamo di più e mangiamo a orari regolari.
Questo si riflette in modo positivo, sul nostro organismo e cervello, attenuando il famoso “jet leg sociale” che è una vera e propria malattia dei nostri tempi. Questo perché noi abbiamo dei bioritmi naturali che andrebbero rispettati per una vita sana, ma che spesso ignoriamo quando li stessi ci chiedono di andare a dormire o mangiare ad una certa ora.
Questo rallentamento dei ritmi, per quanto innaturale e all’interno della nostra abitazione, crea un effetto benefico al nostro cervello, che sicuramente in questo momento aiuta.
E con questa considerazione strana ma positiva, ti saluto augurandoti un buon Sabato e una buona Domenica.
Daniele
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SCRITTO DA A 4 MANI CON:
Maria Grazia Sorrentino
Laziale a tutto tondo, Maria Grazia è una libera professionista specializzata in fisioterapia e appassionata di tecniche olistiche.
Vive nella bella Pomezia, a due passi dal mare e svolge la sua professione con passione nella Capitale e non solo.
Amante della natura e della vita, vive questa sua “seconda possibilità” tra gli affetti dei suoi cari e dei suoi gattoni.
Grande appassionata lettrice degli punti della nostra alleanza di cervelli, ha deciso di lasciare il suo segno nella nostra rubrica.
Amiamo lei ed io ricevere i tuoi commenti a info@danielemurgia.com