Ciao,
oggi diamo voce ad una giovane coppia di scrittori e affezionati lettori dei nostri spunti.
Una riflessione profonda, a tratti poetica raccontata in prima persona da Sara, ma con il supporto creativo di Andrea.
Una delicata metafora che descrive questo momento di grande cambiamento e racchiude piccoli e saggi consigli per affrontare il cammino con più consapevolezza, un passo dopo l’altro.
E’ giunto il momento di dare la parola a loro.
“Come i funamboli sulle corde”
Ciao a tutte e tutti,
sono molto felice di poter condividere con voi un pensiero.
Come state?
Lo sappiamo, non è una domanda facile a cui rispondere e ultimamente più che mai.
Io direi: “Stiamo come i funamboli sulle corde”.
Oggi vorrei offrirvi questa parola: funambolismo.
Secondo l’enciclopedia Treccani, il funambolo è colui che cammina sulla corda tesa, un equilibrista (dal latino funis “fune” e ambulare “camminare”).
Probabilmente molti di voi sapranno di cosa sto parlando e avranno in mente alcune immagini di uomini e donne che si cimentano in queste imprese.
State pensando a qualche esibizione al circo a cui avete assistito? Oppure ad un funambolo di cui vi è capitato di vederne la passeggiata in televisione? Al cinema forse?
Allora vi chiedo se per caso avete mai sentito parlare de “Il grande Blondin” o di Maria Spelterini, due dei più famosi funamboli ad aver suscitato forte interesse per questa disciplina estrema.
Blondin ha effettuato traversate epiche ad altezze da brivido: la più famosa sulle Cascate del Niagara (334m) nel 1859.
Invece Spelterini è stata la prima e forse unica donna ad aver attraversato le Cascate del Niagara nel 1876, per più volte, con successo.
Cosa sembrano fare queste persone?
Facile: camminano su una fune.
Cosa fanno davvero queste persone?
Un po’ meno facile: avanzano in passeggiata sopra una fune cilindrica, mantenendo un grande equilibrio e molta concentrazione, gestendo le proprie emozioni e portando con sé tutto il coraggio che hanno a disposizione.
Ti chiedo se anche tu, ora, non ti senti un po’ funambolo.
Anzi, forse in questo momento tutti noi siamo come dei funamboli che, passo per passo, stanno avanzando nella propria personale camminata.
Ci sentiamo sospesi internamente perché questo momento così importante ha stravolto il nostro equilibrio precedente e ci sta chiedendo a gran forza di adattarci e di trovarne uno nuovo.
Diverso.
A volte facciamo fatica a rimanere in equilibrio sulla nostra corda ed incominciamo a pendere un po’ da un lato e un po’ dall’altro.
In fondo, mette ansia il pensiero di dover stare sempre attenti a non sbilanciarsi troppo e in questi casi può essere davvero difficile trovare la giusta misura.
Rischiamo di oscillare tra l’angosciante paura di non arrivare all’altro capo e l’estrema superficialità di non calcolare la forza del vento.
È normale avere paura di cadere dal filo.
Cosa possiamo fare per trovare una nuova strategia di avanzamento?
Provarci giorno per giorno, direi, un passo alla volta.
Qual è la nostra asta di equilibrio?
Concentrarsi sul mantenere vivo quello che ci faceva stare bene prima che iniziassimo questo nuovo percorso.
Ora, focalizziamoci sul nostro baricentro: manteniamo i contatti e i rapporti con le persone che amiamo, i nostri interessi, le nostre passioni e la cura di noi stessi.
Se qualcosa non può rimanere esattamente come era o come vorremmo, allora vuol dire che dobbiamo regolare il peso, piegare un po’ di più le gambe o un po’ di meno.
Per trovare un nuovo modo di avanzare, sfruttando i mezzi che abbiamo a disposizione.
Ricordiamoci anche l’importanza delle giuste protezioni perché un funambolo inesperto inizia sempre il proprio allenamento, attrezzato con rete di sicurezza e funi per agganciarsi.
Quindi teniamo ben in mente le regole pubbliche che tutti conosciamo e che in questo momento proteggono la nostra salute e quella dei nostri cari, attrezziamoci di mascherina e guanti laddove sono utili e procediamo a camminare.
L’esperienza e l’allenamento quotidiano ci insegneranno a mantenere con più facilità l’equilibrio per ogni metro in aggiunta che faremo e diventeremo sempre più abili a gestire il nostro percorso sul filo.
Arriveremo anche a girarci indietro e vedere l’inizio della nostra corda, ancorata al suo punto di partenza.
Potremo contare quanti metri abbiamo fatto dall’inizio e, arrivati a metà strada, ne intravedremo la fine.
E ricordiamoci che durante la camminata, se ci serve qualche consiglio, possiamo girarci e chiedere ad uno dei tanti altri funamboli e funambole che nel frattempo stanno camminando accanto a noi.
E tu quale parola useresti per raccontarmi come stai?
Un caro saluto a tutti
Sara e Andrea
Grazie di cuore per aver colto la sfida e aver preso metaforicamente “carta e penna” per lasciarci questa deliziosa riflessione.
Sicuramente uno stile di scrittura molto personale , frutto di un sapiente mix tra le due personalità che si bilanciano in modo naturale, un filo narrativo che coinvolge e guida verso riflessioni non scontate.
Bravi.
Mi auguro che sia il primo di tanti.
A presto
Daniele
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SCRITTO DA A 4 MANI DA:
Sara Murgia Aguzzi
Ciao, mi chiamo Sara e ho 33 anni.
Sono sempre stata attratta fin da bambina dal mondo della psicologia, tanto da farne la mia professione. Amo ascoltare le persone, cercando sempre di comprenderne le emozioni un passo alla volta.
Mi piace viaggiare, sperimentando le diverse cucine locali. Sono una grande amante delle specialità giapponesi.
s.murgia@outlook.com
Andrea Zeni
Ciao, sono Andrea e ho 29 anni.
Lavoro nel settore chimico ma da sempre coltivo una forte passione per il mondo della musica, in particolare per il canto e per la batteria.
Sono nato e cresciuto a Milano ma amo viaggiare in giro per il mondo.
Nel cuore conservo la mia esperienza di vita in Australia e un forte interesse per la cultura nord-europea.
Ho un cane troppo simpatico, Aaron.
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