L’estate scorsa al mare, mentre aspettavo che finisse il programma di asciugatura di una lavatrice industriale, sfogliando una rivista, ho letto la recensione di un piccolo libro del filosofo francese Charles Pepin “Il Magico Potere del Fallimento”e mentre pensavo ” cosa ci sarà di magico nel fallimento”, con lo smartphone stavo già inviando l’ordine del libro su Amazon.
Subito di fronte alla parola Fallimento, le mie sinapsi si sono scatenate e hanno portato in evidenza tutte le mie ancestrali credenze in merito e chiaramente tutte le definizioni negative collegate.
Appena arrivato il libro, già dalle prime pagine ho potuto intuire il fine ragionamento del filosofo.
Effettivamente la nostra educazione, specialmente quella scolastica ha collocato il fallimento nella sfera di colpevolezza, creando molte volte la “paura”.
La paura di sbagliare, la paura di fare una brutta figura, la paura di essere giudicato con un metro repressivo.
In realtà se andiamo a fondo della questione e ” riposizioniamo” il fallimento nella sfera della positività, possiamo trarne un grande beneficio.
“Sbagliando si impara!” quante volte ce lo siamo sentiti dire; per i Giurassici come me, in Tv c’era un frate di nome Cimabue che veniva sempre canzonato dai confratelli con la mitica canzoncina: Cimabue, Cimabue, fai una cosa e ne sbagli due… ma lui imperterrito rispondeva: ” Ma che cagnara, sbagliando si impara!!!” Vedi il carosello dell’amaro Dom Bairo.
Del resto se pensiamo a J.K. Rowling, l’autrice di Henry Potter, Steve Jobs e Thomas Edison o il Colonnello Sanders, fondatore della catena di KFC, possiamo trovare grandi storie di successi, che hanno prima collezionato grandi e clamorosi fallimenti.
Lo stesso Jobs dichiarava: ” Essere licenziato da Apple fu la cosa migliore che mi potesse capitare”
A volte il fallimento ti riporta con i piedi per terra, ricominciare a vedersi per come si è, e questo può sicuramente aiutare a risalire la china verso il successo.
Spesso la paura del fallimento, rende le persone poco “audaci” e non permette all’individuo di esprimersi liberamente e lo ingabbia nella mediocrità.
Mentre l’audace, prova e riprova, fallisce e si rialza e riparte avendo acquisito nuove competenze e nuove certezze; pensate a quante volte nella vostra vita avete fallito e se ci pensate, analizzato nel modo corretto, lo avete utilizzato come carburante per ripartire.
A tal proposito i teorici Americani a proposito hanno coniato la frase “Fast Fail” e vedono nel fallimento un grande segnale d’audacia e non un segnale di colpevolezza e spingono le virtù del fallimento.
A volte si confonde il fallimento con l’essere fallito. Questo è il più grave errore che si può fare!!!!
Invece di inquadrarlo all’interno della nostra vita, che è iniziata prima e dopo continuerà, lo rendiamo assoluto.
Friederich Nietzsche affermava:” Cio ch’è grande nell’uomo è l’essere un ponte e non una meta”
A volte il fallimento è un fortunato incidente e crea da un piccolo errore un grande successo.
Un esempio interessante è quello del Viagra, che nasce durante la ricerca di un farmaco per curarein modo chimico l’Angina Pectoris, risultato però poco efficace nel caso dell’ipertensione arteriosa e che inoltre manifestava un effetto collaterale inatteso: una forte erezione.
Effetto collaterale particolare che in seguito che da solo ha risolto il problema dell’impotenza, che gli uomini cercavano da secoli.
Altro figlio del fallimento che pochi conoscono è la Nespresso che prima di invadere le nostre cucine, ha fallito per ben due volte, prima proponendosi ai ristoranti e poi agli uffici. Dopo quasi scoraggiati, ma non vinti hanno trovato George Clooney con il suo mitico “What else” e il successo planetario.
Per chiudere vi lascio con una frase che riassume tutto, che il tennista Stanislaw Wawrinka si è fatto tatuare sull’avambraccio sinistro: ” Ever tried, Ever failed. No matter. Try again.Fail again. Fail Better” (Sempre tentato. Sempre Fallito. Non importa. Tentare di nuovo. Fallire di nuovo. Fallire Meglio)
Un grande messaggio di speranza che ben inquadra le virtù del fallimento, che dobbiamo imparare a non temere ma ad usare come acceleratore di audacia e successo.
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Daniele Murgia
#andratuttobene
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