Ciao
quello di oggi sarà uno spunto particolare e forse anche un pò polemico.
Tutto nasce dall’ascolto di un podcast di Marco Montemagno, che intervista Jacopo de Carli, un ragazzo giovane e pieno di energia che ha creato la sua azienda e fa un lavoro assolutamente impensabile fino a qualche anno fa:
Il restauratore di Sneakers”
Si hai letto bene, restaura le scarpe da ginnastica, che naturalmente usandole si sporcano, si deteriorano e alcune di loro estremamente rare, necessitano di cure particolari.
Io che le ho sempre, in caso di necessità, buttate allegramente in lavatrice, sono rimasto stupito dall’esigenza di un mercato che francamente non pensavo esistesse.
Questo perché ignoravo tutta una serie di collezionisti e appassionati di queste calzature, di tutto il mondo, che arrivano a spendere fino a € 60.000 per un paio di scarpe da collezione, magari usate, autografate da Michael Jordan e spende cifre interessanti per mantenerle in ordine e magari sotto una teca, senza mai usarle.
Da qui, l’unione della passione per le calzature di Jacopo, l’apprendistato come calzolaio e la grande capacità dei intercettare un’esigenza particolare del mercato internazionale e voilà si è creato una nuova professione.
Un’intervista che ti consiglio vivamente di ascoltare, perchè trasmette una grande carica e una passione e una competenza che da un ragazzo giovane, forse non mi aspettavo.
La riflessione che vorrei sottoporti oggi è in merito alla scuola, e casca a fagiolo proprio perché in concomitanza con la riapertura delle scuole.
Riflessione nata anche alla luce di molte interviste fatte da Marco Montemagno a una platea di ospiti estremamente variegata, da musicisti e attori a cantanti da imprenditori e top manager di molti settori, a capo di aziende piccole e medie fino ad arrivare alle grandi multinazionali.
Quello che si evince da tutte queste interviste è che il 90% degli intervistati fa un lavoro per cui non ha studiato a scuola.
Laureati in materie umanistiche a capo di aziende tecnologiche, avvocati che lavorano nella moda, lo stesso Montemagno, laureato in giurisprudenza, che fa l’imprenditore e lo start-upper.
Per non parlare di diplomati al Classico che si inventano un lavoro sulla rete e sbancano il mercato giocando ai videogiochi o addirittura abbandonano l’università per dedicarsi al loro progetto come nel caso di Mark Zuckerberg, con Facebook.
La domanda che vorrei porti e che spesso mi pongo è se la scuola attuale sia ancora adeguata come materie didattiche proposte, per affrontare il mondo, che a mio parere viaggia ad una velocità completamente diversa.
Che non sia il caso di introdurre già dalle scuole primarie materie più un linea con i tempi?
Mi chiedo perché non si implementino lo studio delle lingue del futuro, una su tutte il cinese, magari rendendo in primis obbligatorio l’inglese, in cui la nostra nazione è vergognosamente indietro, mi chiedo perché non ci sia un percorso di “educazione finanziaria”, che spieghi da subito come gestire uno stipendio, fare un minimo di investimenti sensati, e essere per lo meno più consapevoli quando si deve far quadrare un bilancio familiare.
Mi chiedo altresì, perché non si parli mai a scuola di “imprenditoria”, di come ” fare la punta al cervello” per affrontare il mondo del lavoro con un piglio più pratico e magari addirittura inventarselo un lavoro.
Lungi da me pensare che ci sia ancora chi aspira la posto fisso, dopo un diploma in ragioneria come si faceva negli anni 70′.
La mia ferma convinzione è che molti studenti attualmente si stiano spaccando la schiena sui libri e dedicando risorse economiche e tempo prezioso, per imparare una professione che probabilmente alla fine del percorso di studi non esisterà più.
Ma quali saranno le professioni del futuro?
Bella domanda…
… probabilmente saranno professioni sempre più legate alla globalizzazione, alla rete che la farà sempre più da padrone e penso con una netta virata sull’ecosostenibilità a 360° del lavoro, con ad una maggiore attenzione al lavoratore come “uomo” e non solo al mero reddito.
Sicuramente molte saranno talmente nuove che oggi facciamo fatica ad immaginarcele.
Abbiamo avuto modo di vedere in tempo reale come una pandemia sia riuscita a fare da acceleratore per la digitalizzazione del sistema lavoro, ampliando le opportunità di lavoro flessibile, e demolendo forse in modo irreversibile il mito delle 8 ore fisse, verso un lavoro più creativo, magari da casa, dove con consapevolezza essere più produttivi, ma allo stesso tempo più umanamente presenti.
A mio parere un grande salto in avanti per tutti.
Certo per molti di questa community. lo smart working è improponibile per ora, ma molte cose sono cambiate a partire da Marzo, per cui volenti o nolenti, siamo coinvolti in un cambiamento globale che modificherà sempre le nostre attività.
Ma la mia riflessione è più orientata verso il futuro e verso i nostri figli, con cui dovremmo definitivamente mollare gli ormeggi del porto sicuro e navigare verso competenze nuove, professioni nuove, forse ancora da inventare ed essere pronti al cambiamento per abbracciarne insieme le opportunità che questo ci proporrà.
Magari proprio come ha fatto il Restauratore di Sneakers.
E tu che opinioni hai in merito?
Fammi sapere la tua su:info@danielemurgia.com
Buon Lunedì di riapertura delle scuole e corri nel box per vedere se tra le tue sneakers abbandonate hai un tesoro da collezione da restaurare e magari vendere all’asta.
Daniele
Se vuoi ascoltare l’intervista: https://www.youtube.com/watch?v=hp4Ib6iAdFk
Daniele Murgia
#andratuttobene
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