Il tuo perché è abbastanza importante?
È una domanda un po’ strana, me ne rendo conto.
Voglio raccontarti una mia esperienza di tanti (direi troppi) anni fa.
Avevo 17 anni e studiavo con profitto Costruzioni Aeronautiche a Milano, per dare un senso all mia innata passione per gli aerei, (feci il mio primo volo a 3 anni nel lontano 1968, c’erano ancora gli aeromobili ad elica e per andare fino a Cagliari, dovemmo fare scalo a Genova… e rimasi folgorato da tutto quello che “andava per aria”)
Forte della mia preparazione specialistica, decisi di presentarmi ad un concorso della nostra Compagnia di Bandiera Alitalia, che all’epoca cercava piloti da formare e inserire nell’organico, per provare a pilotare queste splendide macchine volanti.
Dopo un’attesa che mi sembrava infinita in cui cercai di prepararmi al meglio, andai a Roma per un concorso, che mi “ rigettò” in malo modo come NON IDONEO!
Già ai tempi, la mia “Sarditudine” e testardaggine ebbe la meglio e giurai a me stesso che avrei pilotato un’aereo, con o senza di loro.
Detto fatto: al ritorno dal servizio militare prestato nei Paracadutisti (sempre per voler stare in mezzo alle macchine volanti), trovai lavoro come venditore di auto e con mille sacrifici economici e di tempo, frequentando una scuola volo a Venegono, riuscii a prendere il “ Brevetto di 1° Grado” …
… a questo seguì nel tempo la “Private Pilot Licence”, l’Abilitazione agli Ultraleggeri, agli Idrovolanti (è qui che ho cominciato ad amare il Lago di Como) e perfino l’abilitazione al Volo Acrobatico. Con questa ultima abilitazione per niente facile (bisognava superare test severi sia fisici che attitudinali molto severi) decisi di partecipare nel 2007 ai Campionati Italiani di Acrobazia.
E il risultato mi sorprese…
Partecipai a tutte le gare con risultati così, così, ma successe una cosa stranissima.
La mia voglia di volare fino ad allora onnipresente, a quel punto cominciava stranamente ad attenuarsi, non solo per l’acrobazia, ma anche per i voli da turismo o semplicemente voli di allenamento.
A quel punto iniziai a farmi qualche domanda.
Per quanto mi piacesse volare e praticare quello sport e soprattutto la sfida con me stesso, avevo in mente le facce dei piloti sempre presenti nel mio aeroclub, che vivevano solo per “volare” senza altri interessi di sorta, sia sociali che personali e sopratutto il volto degli amici che negli anni avevo perso a causa degli incidenti di volo.
Non era assolutamente quello che volevo per il mio futuro, ero sicuro di volere un futuro diverso.
Forse la mia era solo una passione passeggera? (durata qualche anno, ma passeggera)
Forse avevo corso e volato troppo?
A quei tempi non seppi darmi una risposta, ma mi accorsi durante quella pausa seguita alla fine del campionato, che la mia “fame” si era placata, avevo dimostrato a me stesso di poter pilotare tanti aeromobili diversi, combattere con un aereo Acrobatico e tornare a terra sano e salvo, avevo già vinto la mia sfida, non avevo bisogno di altro.
Col passare del tempo iniziai a frequentare l’Aeroclub sempre di meno, non avevo più voglia, non ero più stimolato, il mio “perché” a quel punto non era abbastanza grande.
Immagino che tu abbia avuto esperienze simili, di buttarti a capofitto in qualcosa che ti entusiasmava per poi smettere gradualmente quando questa passione iniziava a placarsi.
È normale, succede a tutti.
Ma arriviamo al punto!
Ti ho raccontato questa parte della mia vita per portare alla tua attenzione un semplice concetto.
Sono i nostri perché che ci guidano, spingono e direzionano.
Quello che ci spinge ad andare avanti, a continuare nonostante gli ostacoli, a farci fare ciò che normalmente non saremo in grado di fare, è nascosto in profondità dentro di noi, e ognuno di noi ha il suo proprio perché.
Più grande è il tuo perché, cioè il motivo per cui vuoi raggiungere il tuo obiettivo, maggiori saranno le energie che riuscirai a tirare fuori.
Se riesci a trovare il vero motivo che ti spinge, scavando a fondo dentro di te, arriverai probabilmente a due soluzioni:
1. il tuo perché non è abbastanza grande e ti renderai conto che forse potresti addirittura evitare di sprecarci energia;
2. capirai che il vero motivo è talmente importante che troverai un modo per raggiungerlo; con questo in mente non sentirai la stanchezza, la fatica, avrai la forza di superare qualunque ostacolo.
Ma la vera difficoltà consiste proprio nel riuscirlo a trovare!
Una volta che lo avrai trovato diventerai inarrestabile.
Restare concentrati sul perché abbiamo deciso quello specifico obiettivo ci manterrà focalizzati sul risultato finale, quello che ci da la carica.
Troveremo nuove alternative a cui prima non avevamo pensato, saremo più motivati e le soluzioni fioccheranno una dietro l’altra.
Tu sai già cosa ti spinge a svegliarti la mattina e a fare quello che fai? O ne sei ancora alla ricerca?
Scopri il tuo perché e non ti fermerà più nessuno!