Questa settimana mi sono imbattuto, in modo inaspettato, per ben tre volte in Julio Velasco.
Ho pensato: ” deve essere un segno, e devo condividerlo nei miei spunti”
Se non lo conosci: Julio Velasco è un allenatore di pallavolo e dirigente sportivo argentino, dal 1898 al 1998 commissario tecnico della Nazionale Italiana maschile, dal 2014 al 2018 commissario tecnico della Nazionale Argentina maschile, è stato direttore sportivo della Lazio e attualmente allenatore del Modena Volley.
I suoi appassionati discorsi su come funzionano (o non funzionano) le squadre sono da sempre di grande ispirazione non solo in ambito sportivo, ma anche aziendale.
Di seguito ti riporto testualmente uno dei suoi più famosi interventi sulla Cultura degli Alibi:
Un problema che devo risolvere in qualche modo nella mia squadra attuale è quello in cui l’attaccante schiaccia fuori perché la palla non era alzata bene.
Qual è la sua reazione? Rivolgendosi al palleggiatore dice: “La voglio un po’ più alta e vicina alla rete”.
Allora cosa succede, credendo che questo sia il gioco di squadra o meglio il NON gioco di squadra, il palleggiatore si gira al ricevitore e dice: “Voglio la palla in alto e centrale.
Perché se voi non ricevete bene e non mi date la palla dove la voglio e devo correre per prenderla, io non posso essere preciso e non la do come la vuole lo schiacciatore. E cosa succede?
Che lui schiaccia fuori perché io non gli ho dato la palla come voleva, ma se io non la do come vuole lui è perché voi ricevete male”.
A quel punto, continua Velasco, i ricevitori si girano dietro per cercare a chi scaricare la colpa , ma i ricevitori ricevono la battuta avversaria per cui non possono dire all’avversario: “Batti la palla facile così io ricevo bene” ed è li che finisce la catena.
Allora la nuova regola che ho dato è: gli schiacciatori non parlano dell’alzata in nessun modo, la risolvono.
Adesso c’è una nuova battaglia, perché che fanno gli schiacciatori furbi, non dicono, riferendosi ai palleggiatori “La voglio più alta e più centrale”, perché sanno che io sto lì ad ascoltarli con l’ascia in mano, così ogni volta che l’alzata è buona fanno un gesto di ok all’alzatore e dicono: “Perfetta”.
Capito?!
Non dicono questa era brutta, ma se dicono “Questa è perfetta” vuol dire che l’altra non lo era, e in definitiva parlano dell’alzata e io mi innervosisco.
Continuano a parlare dell’alzata, sono esperti dell’alzata, gli schiacciatori, sanno tutto dell’alzata, uno li trova al bar e parlano degli alzatori, gli schiacciatori. Piccolo problema: loro schiacciano non alzano.
Allora io voglio schiacciatori che schiacciano bene i palloni alzati male.
Voglio questi, perché questi poi i palloni alzati bene li schiacciano benissimo, non bene.
Gli schiacciatori che schiacciano bene i palloni alzati male, schiacceranno benissimo i palloni alzati bene.
Quindi non ne parliamo, risolviamo!*
Nella maggior parte dei team (sportivi o aziendali) vige in misura più o meno importante la Cultura degli Alibi.
Questa attitudine mentale fa sì che nessuno si prenda la responsabilità di ciò che ha fatto e di ciò che può migliorare.
Scaricare la colpa porta alla cristallizzazione, al mancato raggiungimento degli obiettivi, ad alti livelli di stress e frustrazione.
Il nostro compito quando realizziamo interventi di coaching, dice Velasco, è molto spesso quello di riportare la responsabilità dei risultati sotto la gestione di ogni singolo individuo.
Solo in questo modo le persone iniziano a dare il meglio di sé indipendentemente dalle circostanze esterne e questo genera uno straordinario circolo virtuoso all’interno della squadra.
Pensa al tuo Team Interiore: può esserti capitato di dirti che riesci o non riesci a fare qualcosa a causa dell’ambiente in cui sei, delle persone o delle circostanze esterne.
In questi casi la domanda da farsi è: “Come posso ottenere il massimo ed essere al meglio anche in questa situazione?”
Se riuscite ad essere al meglio anche nelle circostanze difficili allora, quando le condizioni saranno favorevoli, sarete semplicemente inarrestabili.
Io la conoscevo da tempo, ma in questa settimana ho avuto modo di rivedere l’intervento in modo casuale, e poi in un mio intervento di coaching in una grande Concessionaria con 16 venditori, il Direttore vendite l’ha accennata e io l’ho prontamente riproposta e usata per “stimolare” la platea.
Questo perché la trovo di una rara potenza illuminante.
Aggiungere alto sarebbe poco rispettoso rispetto al maestro, per cui ti lascio con questa frase del mitico Michael Jordan e con il link per vedere l’intervento in video.
❝Posso accettare di fallire, chiunque fallisce in qualcosa. Ma io non posso accettare di non tentare.❞ ~ Michael Jordan
Video Julio Velasco (nel video Velasco chiude parlando dei file mentali….. imperdibile!!!!)