Hai mai sentito parlare dello ” Swoosh”?
Magari lo hai indossato più volte nella vita, senza sapere il suo vero nome.
Swoosh è il nome del simbolo della Nike…
…Nike come la famosa Nike di Samotracia la dea greca alata, dea della vittoria in grado di muoversi ad alta velocità, la cui rappresentazione più famosa è esposta al Louvre.
Lo Swoosh, il suo marchio è una virgola posta capovolta e in orizzontale; è stato creato da Carolyn Davidson nel 1971 come rappresentazione stilizzata dell’ala della dea, e costò al co-fondatore della Nike Phil Knight, solo 35 $.
Oggi tutti conosciamo questo marchio ma in pochi ne conosciamo la genesi.
Nelle mie letture, ogni tanto mi piace leggere le biografie di personaggi, che nel loro campo “ ce l’hanno fatta”, e ultimamente dopo aver letto di Elon Musk(Fondatore di PayPal, Tesla e SpaceX) e di Jack Ma il fondatore di Alibaba, ho letto il libro autobiografico di Phil Knight co-fondatore di Nike, “L’Arte della Vittoria”
Un libro impressionante che non riesci a smettere di leggere, tanto è coinvolgente.
Un libro dove ti è chiaro da subito che per arrivare in alto ti devi fare un “mazzo” gigantesco e andare avanti nel tuo progetto, nella tua idea con ferrea convinzione.
Un personaggio il nostro Phil, vagamente folle, ma di quella follia che ti fa vivere la vita a pieno.
La sua idea follemente semplice si concretizza in alcune domande:
«E se ci fosse un modo, senza essere un atleta, di provare ciò che provano gli atleti? Di giocare tutto il tempo, invece di lavorare? O di lavorare con un gusto tale da farne essenzialmente la stessa cosa?»
Lui si definisce uno “Shoe dog” , ovvero, parafrasando le sue parole, quelli che «dedicano la vita a realizzare, vendere, acquistare o progettare scarpe», insomma «persone che pensano e parlano solo di scarpe»
Vista la sua passione per la corsa in pista decise di provare a vendere scarpe da corsa, partendo dalla allora sconosciuta e ora sua concorrente Onitsuka Tiger (ora Asics), e addirittura nella sua mente prese forma l’idea di diventare l’importatore per gli Stati Uniti del marchio Giapponese.
Con pochi Dollari in tasca partì per il Giappone e riuscì a convincere i proprietari del marchio giapponese a inviarli, ad una fantomatica ed inesistente aziendali sua proprietà , la Blue Ribbon, una prima fornitura di scarpe per testare il mercato Americano.
Al suo ritorno in patria dopo svariati mesi in giro per il mondo, visitando praticamente tutta l’Asia, poi l’Europa fonda la società Blue Ribbon insieme al suo vecchio allenatore Bill Bowerman, una mente geniale nello sviluppo delle scarpe da corsa.
Da lì comincia la sua carriera di venditore di scarpe, prima dal bagagliaio della sua Valiant e poi per corrispondenza.
La crescita è esponenziale perché ai tempi, siamo agli inizi degli anni sessanta, le Onitsuka TIger erano scarpe che, grazie alle modifiche apportate dalla Blue Ribbon e accettate dai Giapponesi, precorrevano i tempi, lasciando le concorrenti Adidas al palo.
Sembrava tutto troppo facile, e infatti i problemi non tardarono ad arrivare: difficoltà finanziarie dovute alla mancanza di liquidità e all’esosa richiesta di capitale da parte delle banche, debiti coi finanziatori, ed infine una battaglia legale proprio con la Onitsuka, fecero crollare il castello costruito in 10 anni di peripezie
Abbandonata questa strada Knight decise di fondare la sua azienda Nike, con un manipolo di uomini spinti solo dal sogno e 35 dollari per creare il famoso Swoosh.
Mette in piedi e fa crescere a dismisura tra mille difficoltà quello che oggi è uno dei marchi più famosi e capitalizzati del mondo.
Wow!!!
Questo libro non è solo autocelebrativo, semmai di una sorta di trattato sulla forza dei sogni e sulla caparbietà dettata dalle vocazioni, che ci insegna come essere tenaci e resilienti sia fondamentale per tutte le attività della nostra vita
Il libro ha momenti toccanti, di dolore vero, come del resto la vita stessa, che passa anche attraverso il riconoscimento di errori compiuti e la ferrea volontà di rimediarvi.
Se sei animato da forza di volontà e voglia di fare, tutte le mete sono raggiungibili.
Molto spesso nella nostra vita personale e lavorativa, ci facciamo bloccare da paure e comportamenti sbagliati e ci fermiamo alle prime difficoltà.
Voglio raccontarti una storia in merito:
Due settimane fa ho avuto l’onore e il piacere di fare una formazione a 4 mani con il mio collega e formatore di esperienza pluriennale Mino Cesari, che ci ha spiegato magistralmente la “Sindrome del Luccio” che tutti dovremmo conoscere.
Mi spiego:
Il nostro luccio, grande predatore di acqua dolce fu messo in un acquario condiviso con delle carpe (alimento base della dieta del luccio).
Dopo un paio di giorni di liberto pasto, nelle vasche fu introdotto un divisorio in vetro a protezione delle carpe.
Il predatore acquatico, dopo avere tentato ripetutamente e senza esito di raggiungere il lauto pasto, procurandosi solo dolore nell’impatto contro il vetro, dopo alcuni tentativi falliti e appurato che il dolore era più forte della fame alla fine rinunciò.
L’indifferenza verso le piccole prede non venne meno neppure quando i ricercatori eliminarono la barriera di difesa.
L’animale, infatti, condizionato dai precedenti fallimenti non attaccò più, fino a lasciarsi morire di fame.
La realtà fu che scientificamente non morì di fame, ma morì di PAURA.
Il semplice ricordo di aver sbagliato una volta, diviene fortemente condizionante per la nostra vita.
Quando si profila una situazione simile a quella che ci ha visti sconfitti, come il luccio, per paura, fuggiamo dall’altra parte dell’acquario.
Accettiamo senza combattere la nostra incapacità e non tentiamo neppure di riscattarci.
Un meccanismo contorto e depotenziante che bisogna riconoscere e consapevolmente eliminare dalla nostra vita.
In questo la storia di Nike e del suo co-fondatore, ci lascia un grande insegnamento:
Un motivo ricorrente del libro di Knight è che non bisogna mollare mai e che di fronte ad evidenti difficoltà, come dice il mio amico Ilio Ricci:” bisogna rimettersi lo zainetto che portavamo in prima elementare, fare un pieno di umiltà e andare a chiedere consiglio a chi ne sa più di noi.”
Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo.
(Winston Churchill)