Quante volte da bambino ti sei sentito dire no da mamma e papà?
Ti sembrerà strano ma alla base della difficoltà di molte persone di dire no, c’è proprio questo meccanismo mentale che ci riporta alla nostra infanzia, ci fa rivivere quelle sensazioni spiacevoli e ci induce a dire dei sì che si riveleranno dei terribili errori.
Questa riflessione è nata dopo aver letto un articolo del Il Sole 24 ore, che parlava di come dire “NO”, può far bene all’organizzazione lavorativa.
A fine spunto troverai il link se desideri approfondire…
Le due parole più brevi e più antiche, sì e no, sono quelle che richiedono maggior riflessione.
(Pitagora)
Letto l’articolo che insegna i 5 modi per dire di no in modo magistrale, ho voluto cercare le motivazioni più profonde legate a questa paura.
Il problema nasce nella nostra giovane età e dalle sensazioni spiacevoli legate ai no dei nostri genitori. Una sensazione spiacevole che non vorremmo rivivere né tantomeno far provare ad altri.
Siamo stati educati ad essere assertivi ed ubbidienti.
Il problema è che se dire di no può essere difficile, assecondare sempre gli altri può fare più danni di quanto si possa credere.
Ci sono alcune persone che però sono indenni da queste paure e sai perché?
La capacità di saper dire di no è legata alla nostra autostima.
Chi ha sviluppato una buona autostima, non ha nessun problema a esprimere il proprio dissenso nei confronti di richieste inadeguate per se stesso e per gli altri.
Insomma sa perfettamente che per essere felici, non c’è bisogno di compiacere nessuno all’infuori di se stesso (può sembrare un atteggiamento egoistico, ma credimi che non lo è)
Al contrario, chi non ha una grande autostima, cercherà dicendo sempre di sì, una sorta di apprezzamento del tipo,” se ti dico sempre sì, tu mi considererai di più e mi vorrai più bene. Ma non funziona!!!
Cito un brano del life coach Alessandro Cozzolino:
“Ci mostriamo per ciò che non siamo e diciamo cose che non ci appartengono solo per guadagnare l’approvazione degli altri. Così finiamo per dire sì anche quando la nostra anima nel profondo grida no perché non vogliamo sentirci esclusi, rifiutati, soli. «La verità dei fatti è ben diversa: chi ti vuole bene davvero, non te ne vorrà di più se gli dici sempre e comunque sì, né smetterà di volertene solo perché qualche volta non sei d’accordo e gli dici no.
Allo stesso modo, chi non ti vuole bene, non inizierà a farlo per i tuoi sì incondizionati.
Se credi che acconsentire alle richieste dell’altro possa in qualche modo garantirti il suo amore, il suo affetto, il suo tempo, la sua dedizione, la sua presenza o le sue attenzioni, commetti un gravissimo errore: nessuna forma di amore e stima si presta a compravendite di questo genere, non si ottiene con i finti sì, non si elemosina con ipocriti assensi né si baratta fingendo di essere altro da ciò che si è»
In ambito lavorativo, sempre partendo da questi presupposti fondamentali, le dinamiche coinvolgono spesso colleghi e superiori, il contesto solitamente è molto competitivo e questo ci porta spesso a dire di sì, quando fondamentalmente vorremmo solo dire un no.
Le ragioni sono molteplice ed eccone alcune:
- Perché ci sentiamo costretti ad aiutare gli altri e non vogliamo rovinare i rapporti.
- Perché non vogliamo essere maleducati e pensiamo che l’altra persona non possa reggere il rifiuto
- Perché temiamo i conflitti e abbiamo paura di perdere un’opportunità;
- Perché vogliamo essere apprezzati dagli altri e mettiamo spesso le esigenze altrui prima delle nostre;
Questi atteggiamenti sono però la causa di molti problemi, specialmente quando ci rendiamo conto di aver detto di sì a compiti chiaramente irrealizzabili, quando ci rendiamo conto di aver barattato con un semplice sì il nostro tempo, le nostre energie.
Questo non va bene, e quindi impariamo a dire no. Come dice Jim Rohn:
Impara a dire di no. Non lasciare che la tua bocca sovraccarichi la tua schiena.
Se detto in modo corretto un no, “ci può aiutare a gestire meglio il nostro tempo, a raggiungere i nostri obiettivi personali e professionali, e, più in generale, a vivere una vita coerente con i nostri valori.” scrive l’articolo del Il Sole 24 Ore.
Quali sono le regole fondamentali seguire per imparare a dire di no?
Sono circa dieci, di cui cinque consigliate nell’articolo. Io ne ho individuate tre che per mia esperienza personale mi sono sempre state d’aiuto quando ho dovuto dire la mia bella razione di no:
- Che ruolo ho io? Soffermarsi sul nostro ruolo, avendo ben chiaro come potrebbe impattare dire di sì sulla nostra operatività, sul mio percorso verso il raggiungimento dei miei obiettivi personali ed aziendali, penso che questa sia la regola fondamentale. Dire sempre di sì è come mettere troppe braciole sulla griglia del barbecue, qualcuna, se non riesco a gestirla finisce per bruciare. Queste in campo professionale sono “bruciature” che è meglio evitare.
- Supera la paura delle ripercussioni Chiediti se il mondo andrà avanti lo stesso se rifiuti un’offerta o un invito. Chiediti invece cosa potrebbe accadere e come ti sentiresti qualora accettassi controvoglia.
- Spiega le tue motivazioni con tranquillità e proponi sempre delle alternative. Un no secco, a volte può essere devastante, meglio cercare di motivare sempre il nostro rifiuto, cercando di metterti nei panni del tuo interlocutore, e dando sempre una motivazione sincera. Proporre poi un’alternativa, e trovare un compromesso che vada bene ad entrambi può a volte essere di grande aiuto, del resto la vita non è solo bianca o nera.
Se vuoi leggere il resto delle regole questo è il link all’articolo:—> Quando dire no fa bene all’organizzazione
Per chiudere vorrei tornare all’aspetto più squisitamente personale e non lavorativo, per dirti che l’arte del dissenso può essere a volte terapeutica, infatti come dice Cozzolino:
“Qualora dovesse realmente accadere che la persona a cui dici no decida di allontanarsi da te, non considerarla una perdita ma una conquista. Hai liberato un posto nella tua vita che potrà finalmente ospitare qualcuno che ti accetta e ti rispetta così come sei, pur nutrendo opinioni diverse dalle tue.”
Un ‘no’ detto con la più grande convinzione è migliore e ha più valore di un ‘sì’ pronunciato solamente per compiacere, o, cosa peggiore, per evitare dei problemi.
(Mahatma Gandhi)