Una volta letto l’oggetto della mail avrai pensato:
è impazzito definitivamente!!!
Non ti preoccupare, ho ancora tutte le rotelle a posto…
… come diceva quel tale: ” A volte penso di essere normale, ma poi mi riprendo…”
Il titolo della mail è volutamente strano e provocatorio, insomma nessuno di noi ha una batteria al Litio incorporata , è solo una metafora per poterti introdurre un concetto interessante, che ho trovato in una delle mie letture quotidiane.
Hai mai sentito parlare della fatica di decidere?
- Uhm, cosa mi metto stamattina?
- Ho finito i biscotti, e ora cosa mangio?
- Cravatta blu o Nera?
- Giacca classica o sportiva
- Gonna o pantaloni?
- Metro o Enjoy?
- Pranzo solo o con colleghi?
- Mi alzo o spengo la sveglia?
A partire dalla decisione se alzarti o rimanere sotto le coperte, già dal risveglio dobbiamo prendere una marea di decisioni, piccole a volte, ma innumerevoli durante la giornata.
Ebbene queste decisioni hanno un “costo biologico ed energetico”.
Siamo tutti sottoposti a questo processo definito “decision fatigue“, che inesorabilmente scarica le nostre energie esattamente come si scarica la batteria del tuo telefono.
Il punto è che a furia di micro-decisioni, il nostro fisico arriva a sera senza più forza e spesso crolliamo sul divano senza ritegno.
E’ un processo assolutamente naturale e ben noto in psicologia, che indica la tendenza umana a prendere decisioni sempre peggiori all’aumentare del numero delle stesse.
Il termine preciso è Deplezione dell’Io e indica proprio il processo di deterioramento delle nostre energie mentali e il perché, arrivati a sera esausti, riusciamo solo a prendere decisioni sbagliate sul sentiero della minor resistenza, tipo saltare la palestra, farci tutt’uno con il divano e mangiare spesso cibo spazzatura.
E’ una questione di autocontrollo e lo spiega nell’articolo “L’autocontrollo non si esaurisce”
scritto da Michael Inzlicht, psicologo dell’Università di Toronto in Canada:
«Quando siamo stanchi, affaticati e ci sembra di aver perso completamente la capacità di tenere sotto controllo ciò che facciamo o le nostre reazioni, in realtà non abbiamo “finito” le scorte di self-control ma, appunto, siamo solo esausti. Abbiamo la sensazione di non riuscire più ad avere il timone di noi stessi, almeno in certi compiti, ma non abbiamo davvero esaurito la capacità di farlo»
La capacità che dobbiamo sviluppare è la consapevolezza del processo e appena abbiamo il sentore che la “carica” scende sotto il livello minimo adottare alcuni degli accorgimenti che illustra Inzlich.
Una strategia molto valida che io personalmente applico, è quella di ridurre al miniamo le decisioni che prendo appena sveglio, creandomi una routine ben programmata già dalla sera prima
- Innanzitutto preparo sempre la sera prima i vestiti che indosserò il giorno dopo.
- Preparo gia la tavola per la colazione e decido cosa mangerò alla mattina.
- Cerco di evitare i social. (questo perché ogni post o notifica implica la microdecisione ” lo leggo non lo leggo?” )
- Programmo le mie visite e il relativo giro in auto già da una settimana prima in modo da non dover decidere da chi andare e da dove partire alla mattina.
Ho scoperto però che il mio cervello ultimamente ci prende gusto a demandare queste piccole decisioni. Nello specifico in una delle attività quotidiane che occupa una parte importante della mia giornata e cioè guidare l’auto.
Il mio amico/nemico è il navigatore.
Visto che si occupa lui di “decidere” quale strada fare, come evitare il traffico, mi libera dalle decisioni che fino pochi anni fa erano di mia competenza.
Il problema è che dopo un po’, senza rendermene conto, ho demandato a lui tutte le scelte sui miei tragitti e a volte per pigrizia lo seguo e mi ritrovo a fare dei giri inenarrabili per città, e campagne, con conseguenze a volte tragicomiche.
Tornando alla decisión fatigue, possiamo capire a questo punto come presidenti e grandi imprenditori ne conoscono gli effetti e prendono a volte decisioni drastiche.
Hai presente la T-shirt grigia di Mark Zuckenberg, fondatore di Facebook?
Ti ricordi l’uniforme di Steve Jobs durante le apparizioni pubbliche? Jeans Levi’s 501, dolcevita nero e scarpe New Balance.
Pare che avesse ordinato al designer giapponese Issey Miyake più di 100 dolcevita identici…
… e che dire del del vestito sempre identico di Barak Obama, ex presidente degli Stati Uniti che per 8 anni lo ha accompagnato nelle sue uscite pubbliche?
E’ una strategia estrema, ma sicuramente efficace per ridurre la fatica decisionale.
Se ti va, leggi questo simpatico articolo: Zuckerberg, Jobs, Obama: perché gli uomini di successo indossano sempre gli stessi vestiti.
Per concludere, è necessario programmare in anticipo la nostra routine mattutina per non dove rincorrere le decisioni e consumare troppa energia appena svegli, ed è fondamentale riconoscere quando siamo vicini alla deplezione dell’Io per stanchezza, evitando di prendere ulteriori decisioni ma piuttosto prendersi una pausa rigenerante.
Quindi come dice Inzlicht, tutto questo conferma che vacanze e relax non sono antitetici alla produttività, anzi la migliorano.
Per cui la mia abitudine di affilare l’ascia con una certa regolarità, trova un’inequivocabile conferma scientifica di grande spessore.
Se non sai nulla in merito, leggi questo articolo breve di Claudio Belotti.