Oggi vorrei parlarti di un argomento che mi trovo a trattare spesso, la gestione del tempo.
Come dice Andrea Giuliodori:
“Non siamo dei robot: a dettare le nostre giornate sono spesso le nostre emozioni. E quando siamo preoccupati stressati la nostra efficacia personale ne risente pesantemente.“
Ho volte le preoccupazioni sono un fardello pesante da trasportare, uno zaino che teniamo sulle spalle durante tutta la giornata.
Il risultato è che quando siamo molto preoccupati, ci stanchiamo facilmente e nelle nostre attività quotidiane che siano studio o lavoro facciamo pochissimi progressi.
Prima di proseguire ti voglio raccontare una storia tratta dal libro di Andrea Giuliodori: “Riconquista il tuo tempo“
Quanto pesa un bicchiere d’acqua?
Aula universitaria. Un professore della facoltà di psicologia fa il suo ingresso nella consueta lezione del martedì.
Il professore arriva in perfetto orario tenendo in mano un bicchiere d’acqua.
All’inizio nessuno lo nota. Finché il professore, sempre con il bicchiere d’acqua in mano inizia a girovagare tra i banchi dell’aula. In silenzio.
Gli studenti cominciano a scambiarsi sguardi divertiti a fare supposizioni su quale sarà la domanda che farà il professore. Ad un certo punto il professore si ferma e domande a suoi studenti:
“Secondo voi quanto pesa questo bicchiere d’acqua?”
Gli studenti un po’ spiazzati da questa domanda, azzardono delle risposte. La più frequente, riporta un peso compreso tra i 200 e i 300 g.
Dopo aver aspettato che tutti gli studenti abbiano risposto, il professore propone suo punto di vista.
“Il peso assoluto del bicchiere d’acqua è irrilevante. Ciò che conta davvero è per quanto tempo lo tenete sollevato“
Contento per aver catturato l’attenzione dei suoi studenti il professore incalza:
“Sollevatelo per un minuto e non avrete problemi. Sollevatelo per un’ora e vi ritroverete un braccio dolorante. Sollevatelo per un’intera giornata e vi ritroverete un braccio paralizzato.“
A questo punto ha catturato l’attenzione di tutti gli studenti e continua:
“In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere dell’acqua non è cambiato. Eppure, più il tempo passa, più il bicchiere sembra diventare pesante.
Lo stress e le preoccupazioni sono come questo bicchiere d’acqua. Piccole o grandi che siano, ciò che conta è quanto tempo dedichiamo loro.
Se gli dedichiamo il tempo minimo indispensabile la nostra mente non ne risente.
Se iniziamo a pensarci più volte durante la giornata, la nostra mente inizia a essere stanca e nervosa. Se pensiamo continuamente alle nostre preoccupazioni, la nostra mente si paralizza.“
A questo punto il professore capisce di avere la completa attenzione dei suoi studenti e conclude il suo ragionamento:
“Per ritrovare la serenità dovete imparare a lasciare andare stress e preoccupazioni. Dovete imparare a dedicare loro il minor tempo possibile, focalizzando la vostra attenzione su ciò che volete e non su cosa non volete.
Dovete imparare a mettere giù il bicchiere d’acqua.“
Quando ho letto la prima volta questa storiella sono rimasto incantato, perché nella sua semplicità riesce a cogliere il punto cruciale: chi più chi meno, ognuno di noi ha delle preoccupazioni, ma sono il tempo e le energie mentali che dedichiamo loro a fare l’enorme differenza sulla qualità della nostra vita.
In concreto bisognerebbe cercare di liberarsi dello zaino che abbiamo sulle spalle.
Adottando strategie e sistemi di organizzazione dell’attività possiamo godere più del nostro tempo e vivremo una vita più felice.
Una strategia semplice ma che può portarti beneficio da subito è quella di evitare di pre-occuparti troppo.
Smettere di guardare troppo avanti, cercare con ostinazione di organizzare la nostra vita per i prossimi giorni/mesi o addirittura anni .
Questo modo di pensare sempre “troppo avanti“ ci fa perdere il contatto con l’unico momento di vita vera.
Il qui e ora.
Del resto il passato è passato e in quanto tale immodificabile e il futuro è una probabilità, una possibilità senza una certezza assoluta.
Come diceva John Lennon:
“La vita è ciò che ti accade quando sei tutto intento a fare altri piani”
Il pensare nel “qui e ora”, è un concetto molto legato alla pratica buddhista, ma può essere fatto proprio senza necessariamente una connotazione religiosa.
Ultimamente una conoscenza della nostra alleanza di cervelli, Elisa, che alcuni mesi fa ci ha deliziato con un suo guest post (qui trovi il link—-> La gestione del tempo secondo Elisa), ha avuto la fortuna di partecipare ad un seminario sulla meditazione.
A parte le tecniche sulla meditazione stessa, ha portato a casa un grande insegnamento in merito al “qui e ora”.
Vi posso garantire che da una persona super organizzate e “organizzante”, sia per indole naturale, che per necessità lavorative, non mi sarei mai aspettato un cambiamento così radicale.
Con il focalizzarsi sul “qui e ora” ha dei avuto dei grandissimi giovamenti, sIa nella vita privata che in quella professionale, e ora vive in maniera più consapevole e serena le sue giornate.
Non è chiaramente cambiata in modo radicale, continua ad essere organizzata e ad organizzare, ma lo fa in modo più leggero e dando il giusto peso alle preoccupazioni, insomma ha imparato a “svuotare il suo bicchiere d’acqua”.
E tu Stefano, ogni quanto lo svuoti il tuo bicchiere d’acqua?
Nel suo libro “Perché parlavo da solo”, Paolo Bonolis scrive in merito al “qui e ora” un passaggio che merita l’evidenza:
“Credo che si debba vivere ad una velocità ridotta. Altrimenti la vita ti sembra di averla vissuta, ma è solo passato il tempo e neanche te ne sei accorto. Siamo sempre proiettati sul dopo e sull’altrove invece che sul qui e ora. Hic et nunc è diventato zero: è sempre altrove, è sempre dopo.”
Ti saluto ricordandoti che spesso le preoccupazioni sono solo nella nostra testa, come diceva Sir Winston Churchill in una sua celebre frase:
“Quando sono sopraffatto dalle preoccupazioni, ripenso a un uomo che, sul suo letto di morte, disse che tutta la sua vita era stata piena di preoccupazioni la maggior parte delle quali per cose che mai accaddero.
Seguimi anche su Instagram >>> Clicca Qui