Ciao,
quando va in giro per strada guardi le persone che hai intorno ?
Ultimamente ho preso l’abitudine di guardare le persone intorno a me, in una sorta di voyeurismo antropologico, per capire come si muove l’umore generale.
Fermo al semaforo osservo le persone nelle altre macchine o sul marciapiede. A parte volti perennemente “dentro” al cellulare, croce e delizia dei nostri tempi, vedo spessissimo persone che non sorridono.
C’è poco da sorridere, potresti dire…
… e io ti risponderei che c’è sempre, se guardi bene, un motivo per sorridere.
Pensaci, alla base della felicità c’è sempre un sorriso.
Sorridere è un toccasana per la salute e l’umore, contribuisce a combattere lo stress e ci aiuta nelle relazioni con gli altri. I sorrisi sono gratis e provare a sorridere per sentirsi meglio non costa nulla.
Pare che sorridere ci faccia sembrare più giovani e aumenti le aspettative di vita, oltre ad alleviare lo stress, rafforzare il sistema immunitario, abbassare la pressione del sangue
Nonostante questi vantaggi la gente sorride poco e pare che la felicità sia un po’ scomparsa dal nostro mondo, o si è semplicemente nascosta?
.
E allora ho pensato che probabilmente da qualche parte ci deve essere pure una ricetta della felicità, una sorta di decalogo, che se non ti fa venire il sorriso immediatamente, perlomeno potrà fornirti delle indicazioni su come fare e ti induce a riflessioni ed eventualmente a correzione sul tuo modo di vivere.
Molto spesso, anche se ti può sembrare strano, tutto dipende da come “ce la raccontiamo”.
Il nostro dialogo interno è perennemente acceso, ed è in grado di orientare in maniera determinante il nostro modo di vivere.
Con questo non sto dicendo che bisogna parlarsi solo in modo positivo modo estremista, ma che allenare il nostro pensiero positivo si può fare, con un pò di pratica e dedizione.
Earl Nightingale scrissenel suo libro “Il Segreto più Grande.”
“Noi diventiamo quello che pensiamo.”
Questa è una frase che ho sentito la prima volta parecchi anni fa e che mi ha spinto a fare un test, una sorta di esperimento.
L’idea era questa: vediamo se un atteggiamento e un pensiero anche piccolo ma sfacciatamente positivo, è in grado di apportare modifiche significative sul mio modo di comportarmi e di essere, e il riflesso sulle altre persone.
Mi sono imposto di rispondere alla domanda che viene posta ad ognuno di noi tutti i giorni e cioè: “Ciao come va?“con una risposta volutamente ed esageratamente positiva: tutto bene, anzi sempre meglio!
Questa risposta ha determinato in me, nel tempo, una tendenza positiva nell’affrontare le sfide quotidiane, confermando in pieno la teoria di Nightingale.
Mi è stato fatto notare più volte, che che sono una persona che sorride sempre nelle foto, nei video, con le persone ecc…
Molte volte mi sono chiesto se i risultati che ottengo nella vita di tutti i giorni sono dovuti anche a questo “atteggiamento positivo” che mi accompagna, nonostante i chilometri che macino, le difficoltà che affronto e le sfide che quotidianamente mi mettono alla prova…
La risposta non la conosco con esattezza, però ho la certezza che sicuramente mi aiuta, ed è un fattore di moltiplicazione di altre caratteristiche che mi appartengono.
Ma che cosa accade alle persone che si sentono rispondere così, ti chiederai:
Ebbene, la reazione degli altri è stupefacente.
La mia risposta detta in modo sincero, ha il potere di stupire, lasciare senza parole e a bocca aperta le persone, e più di una volta ho visto improvvisamente il sorriso comparire sul loro loro viso.
Forse perché è una risposta fortemente spiazzante.
Anche perché, se la domanda è una consuetudine dettata dalla buona educazione, la risposta a volte è automatica, molto stereotipata e normalmente in toni quasi pessimistici, forse a nascondere con imbarazzo uno stato di grazia vissuto nel momento, come se ci vergognassimo se le cose vanno bene.
E allora è tutto un prolificare, nella versione positivista, di :
- Bene, benino
- Insomma, così cosi
- Potrebbe andare meglio
- Non mi lamento
NON VA BENE!!!!
Allora mi sono detto, se basta cosi poco per far sorridere le persone e questo è il primo ma insostituibile passo sulla strada della felicità, devo trovare un decalogo da condividere.
Ho fatto come si dice ” La punta a cervello” e mi sono messo a cercare.
La risposta mi è giunta da uno studio di M.W. Fordyce, pubblicato nel 1977, A program to increase happiness: Further studies, Journal of Counseling Psychology.
Una semplice ricetta della felicità composta da 14 punti,
Eccoli tratti da un articolo della Dott.ssa Lisa Ribechini pubblicato nel 2015:
- Essere più attivi e tenersi occupati: dedicarsi ad attività piacevoli, fare, agire, investire energia in esperienze nuove incrementa i sentimenti positivi;
- Passare più tempo socializzando: le persone più soddisfatte e felici hanno una buona vita sociale;
- Essere produttivi svolgendo attività che abbiano significato: il dedicarsi ad attività significative e produttive cercando di raggiungere obiettivi e mete favorisce la soddisfazione personale;
- Organizzarsi meglio e pianificare le cose: cercare di organizzare al meglio i propri compiti ogni giorno, sia a breve termine che a lungo termine e non “procrastinare”, in quanto l’efficienza personale aiuta la soddisfazione;
- Smettere di preoccuparsi: ovvero analizzare bene l’utilità delle nostre preoccupazioni, metterle in discussione per dedicare invece più tempo ad agire per essere felici; Vedi spunto 61.
- Ridimensionare le proprie aspettative e aspirazioni: quelle difficilmente realizzabili o poco realistiche portano a frustrazione e delusione, al contrario ricercare quelle più adatte alle nostre risorse e potenzialità, che diventeranno così più probabili da realizzare, aumenta i livelli di soddisfazione e di felicità;
- Sviluppare pensieri ottimistici e positivi: il pensiero positivo e l’ottimismo invogliano a mettersi in gioco e ad agire, favorendo così la possibilità di realizzare i propri obiettivi;
- Essere orientati al presente: pensare troppo al passato o al futuro, sia in positivo che in negativo, allontana dalle nostre risorse attuali limitando la soddisfazione, è necessario stare invece più sul qui e ora, aiutandosi per esempio con la meditazione;
- Lavorare ad una sana personalità: accettare noi stessi per quello che siamo, sia con pregi che con difetti e nel caso lavorare su aspetti di noi che non ci soddisfano, questo favorisce una buona immagine di sé;
- Sviluppare una personalità socievole: il dedicarsi molto alle relazioni sociali e incontrare persone che ci rinforzano positivamente, anche se si è un po’ timidi, aiuta comunque la propria autostima;
- Essere se stessi: essere autentici e non “modificarsi” per piacere agli altri, in quanto questo genera ansia nelle relazioni interpersonali, il cambiamento lo si attua se lo desideriamo per noi stessi;
- Eliminare sentimenti negativi e problemi: se vi è un disagio psicologico sottostante o un livello di sofferenza particolare, considerare di iniziare prima un percorso psicologico e/o psicoterapeutico su di sé;
- I rapporti intimi sono la fonte principale di felicità: è importante però che queste relazioni, soprattutto quella coniugale, sia basata sul piacere e non sul bisogno di colmare un proprio stato emotivo, altrimenti si crea solo una dipendenza dall’altro;
- Considerare la felicità la priorità numero 1: è il presupposto per cercare di migliorare la propria qualità di vita e raggiungere un soddisfacente stato di benessere.
Interessanti, non trovi?
Per concludere, a conferma della voglia crescente di imparare la ricetta della felicità ti segnalo che, alla prestigiosa Università Americana di Yale, il corso Psychology and the Good Life tenuto dalla professoressa di Psicologia e Scienze Cognitive Laurie Santos è il più seguito di sempre. Oltre 1000 studenti iscritti a semestre.
Visto il successo ora si possono seguire le lezioni anche on line e gratis (una mia amica lo ha seguito e ne è rimasta entusiasta) Ecco il link all’articolo che ne parla—> Felicità a Yale
Ti auguro una buona settimana e non dimenticarti che: Va tutto bene, anzi meglio …
Cercare la felicità fuori di noi è come aspettare il sorgere del sole in una grotta rivolta a nord.
(Proverbio tibetano)
Daniele
Libro consigliato: