Ciao
Si dice che le persone importanti lasciano delle grandi impronte. Ma quelle di Astrid Lindgren, l’autrice di Pippi Calzelunghe, sono piuttosto piccole: il tappeto marrone davanti al piccolo letto di legno nel suo appartamento di Stoccolma è consumato in due soli punti.
Ogni mattina, per cinquant’anni, scendendo dal letto Lindgren ha appoggiato i piedi nello stesso punto.
Sembra pazzesco, ma se ci pensi ognuno di noi ha i suoi piccoli rituali che infondono sicurezza.
Oggi più che mai, alla luce della pandemia, abbiamo rivalutato alcune piccole liturgie, che ci hanno permesso di vivere la nostra vita da reclusi, con un minimo di controllo delle nostre vite, vista l’impossibilità di controllare il mondo fuori casa, letteralmente “fuori controllo”
Io, per esempio ogni mattina ho seguito il “cerimoniale” della vestizione con religiosa cura, come un samurai giapponese.
Nonostante la “clausura”, ogni mattina dopo la doccia e una sistemata alla barba, ho indossato la mia bella camicia stirata di fresco, il mio gilet, miei jeans preferiti e ho affrontato la giornata con un piglio da combattente.
Questo anche se non avevo videoconferenze, videocall, webinar da fare o sessioni one to one con i miei clienti.
Questo piccolo gesto, mandava un segnale ben preciso al mio cervello, per evitare le insidie che si nascondono dietro lo Smart Working.
Esistono studi neuroscientifici che dimostrano che il cervello lavorando da casa, spesso vada in confusione, perdendo grinta, concentrazione e focus.
Esiste un fenomeno fisico studiato dalle Neuroscienze che si chiama “Enclothed Cognition” cioè come i vestiti influenzano i nostri pensieri.
Questi studi dimostrano che, in base agli abiti che indossiamo, questi influenzano le nostre percezioni sia rispetto a noi stessi, sia rispetto al mondo.
In base a come siamo vestiti, ci sentiamo in modo diverso e vediamo il mondo in modo diverso.
in quel momento, con il cambiamento radicale della variabile ambientale (Nel mio caso per esempio da” in giro tutto il giorno” a “fermo a casa”) molti hanno adottato un atteggiamento sbagliato, rimanendo in tuta o addirittura in pigiama.
Questo è assolutamente deleterio per il nostro cervello che decodifica il segnale come un rilassamento generale, portandoci a perdere energie, cambiare umore e di conseguenza smarrire grinta, focus e concentrazione.
Quindi dal punto di vista neuroscientifico, “L’abito fa il monaco” e ti posso garantire che, anche grazie a questa piccola abitudine, il focus e la grinta per tutti i miei 75 giorni di ritiro nonostante la pandemia, non sono mai venuti meno.
E devo dire che alla fine il bilancio delle “mie prigioni” per dirla alla Silvio Pellico, è stato per molti versi positivo, ma di questo ne parleremo un’altra volta.
La fase 2 è iniziata, e per fortuna cominciamo a vedere la luce anche grazie a comportamenti più responsabili della maggior parte degli Italiani.
Questo però non ha totalmente cancellato le naturali ansie e preoccupazioni per il futuro, sia per la crisi che sanitaria ancora in atto sia per la crisi economica di cui stiamo cominciando a vedere i primi segnali.
Entrambe purtroppo amplificate dai media, che ci continuano a martellare in modo sistematico con notizie allarmistiche e cariche di sensazionalismo esasperato,
La verità è che siamo “dovuti” cambiare forzatamente alla velocità della luce.
“La velocità del cambiamento ha portato con se una maggiore incertezza.” scrivevo in un post di oltre un anno fa che riprendo volentieri,e che in questo periodo si è rivelato profetico e utilissimo, specie quando si è trattato di mettere in pratica azioni di “sopravvivenza quotidiana”, in un contesto difficile come quello del Coronavirus.
Quanto più imprevedibile diventa il mondo, tanto più annaspiamo alla ricerca di un senso di controllo sulla nostra vita. E quanto più crescono l’ansia e l’incertezza, tanto più numerosi sono i comportamenti superstiziosi e i rituali che adottiamo per riuscire in qualche modo a dominarle.
Ma superstizioni e rituali sono necessariamente negativi per noi?
Si è dimostrato , e la cosa è interessante, che alcuni rituali sono vantaggiosi per il nostro benessere mentale e fisico.
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Family Psychology, “Nelle famiglie con routine prevedibili, i bambini soffrono meno di malattie respiratorie e hanno nel complesso una salute migliore e vanno meglio alle scuole elementari”. L’articolo aggiungeva che i rituali hanno maggior effetto sulla salute emotiva e che nelle famiglie con forti rituali gli adolescenti “Mostravano un senso di sé più forte. Le coppie riferivano di matrimoni più felici e i bambini avevano più interazioni con i nonni“.
Uno studio del 2007 della grande agenzia pubblicitaria BBDO Worldwide, ha mostrato che in 26 paesi di tutto il mondo, la maggior parte delle persone esegue una serie comune e prevedibile di rituali, dal momento del risveglio al mattino fino a quello di addormentarsi la notte.
Li abbiamo necessariamente stravolti e adattati alle nostre quarantene, ma non abbandonati, e presto riprenderemo a praticarli con piacere, specie il secondo.
Il primo è chiamato “preparativi per la battaglia” quando si esce dal bozzolo dove si è dormito e ci si prepara ad affrontare la giornata. I preparativi per la battaglia possono comprendere di tutto, dal lavarsi i denti a fare il bagno o la doccia, controllare la posta elettronica, farsi la barba, scorrere velocemente i titoli del giornale – tutto quello che ci aiuta a provare una sensazione di controllo su ciò che potrà portarci il giorno appena iniziato.
Un secondo rituale è chiamato “il simposio”, e comporta il mangiare con altri – che sia una cena a base di sushi con un gruppo di amici frequentato spesso, o la colazione fatta insieme a tutta la famiglia. Indipendentemente dalla forma precisa del rituale, l’atto sociale di mangiare insieme è importante, “ci riunisce con la nostra tribù”, ci trasforma da esseri solitari in membri del gruppo.
“Farsi sexy” è il terzo dell’elenco. Si spiega da sé: una serie di rituali piacevoli e gratificanti che ci trasformano dalla versione di noi stessi per la giornata lavorativa, nella nostra versione più bella e più fiduciosa. I rituali del “farsi sexy” comportano ogni genere di abbellimento e di rifinitura, così come chiedere rassicurazione e conferma agli amici – Come sto? Questo vestito va bene? – e il chiacchierare della serata che sta per iniziare.
Un ultimo rituale quotidiano è chiamato “proteggersi dal futuro” e comprende tutte le azioni che svolgiamo prima di andare a letto la notte – spegnere i computer e le luci, abbassare il riscaldamento, attivare l’allarme, controllare figli e animali domestici, chiudere bene porte finestre e sistemare borse e valigette vicino alla porta in modo da non dimenticarsene al mattino. Come rituale conclusivo della giornata, il proteggersi dal futuro ci aiuta a sentirci tranquilli prima dell’arrivo della nuova giornata e di una nuova tornata degli stessi rituali.
Questi rituali riguardano il controllo (o almeno l’illusione del controllo) e tutti li compiamo, in una forma o nell’altra, ogni giorno.
Tu, quali e quanti rituali compi ogni giorno, quali hai modificato in quarantena e quali ti danno più soddisfazione?
Per i tuoi commenti a scrivimi a info@danielemurgia.com
Daniele Murgia
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